Quino, l’illustratore « padre » di Mafalda, una giovane donna che combatte l’universo dei fumetti, smise di fare le sue « strisciate » nel 1973, dopo un decennio di distribuzioni. Una decisione che lo stesso ideatore ha spronato in questi termini ai portavoce de « L’Espresso »: « Ad un certo punto mi sono davvero sfinito. Non potrei mai più dire tutto ciò che era fuori base, per investire le mie energie in una disposizione persistente di censura».
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D’altronde il secondo in cui Quino ha scelto di fermare le esperienze di Mafalda « corrisponde all’inizio di un periodo buio per l’Argentina: quello dei sequestri, delle sparizioni, del fascismo. Il sistema tattico ha il controllo fisso. Indipendentemente dal fatto che ne avessi bisogno, lo farei non hanno mai proceduto”. Tra le espressioni più popolari di Quino se ne ricorda una in particolare, che può e deve diventare il leitmotiv della vita di ognuno di noi: «Alcuni mi adorano per quello che sono, altri mi disprezzano per una spiegazione simile, eppure sono entrato in questa vita per cerca di accontentarti, non di accontentare qualcuno”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
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CHI È QUINO, IL DESIGNER MAFALDA
Joaquín Salvador Lavado, chiamato in tutto il mondo Quino, avrebbe compiuto 90 anni oggi. Tragicamente non è arrivato a questo traguardo, alla luce del fatto che nel 2020 è scomparso in Argentina. Il noto web crawler Google, tuttavia, oggi riconosce il « padre » di Mafalda, la signorina interrogativa e dubbiosa che è l’eroe dei suoi fumetti. Considerato il comico di lingua spagnola più decifrato del pianeta, fu portato al mondo a Mendoza nel 1932 da un gruppo di lavoratori spagnoli di Fuengirola. Ha perso sua madre a 13 anni e suo padre a 16. Dopo la scuola dell’obbligo, si è iscritto alla Scuola di Belle Arti di Mendoza, dalla quale è uscito due anni dopo il fatto. A causa di uno zio creatore realistico, Quino ha sviluppato un entusiasmo per il disegno fin da bambino.
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Proprio per riconoscerlo da suo zio Joaquín Tejón si chiamava Quino. Inoltre, è stato suo zio a distribuire la rappresentazione principale di suo nipote negli anni ’50, successivamente raccolta nel libro Mundo Quino. Mafalda è stata portata al mondo dalla mano di Quino da qualche parte nella gamma del 1962 e del 1963 per la promozione delle lavatrici Mansfield. La committente, in ogni caso, non vedeva il valore nei disegni di Quino, quindi il diminutivo rimase nel gabinetto fino al 1964, quando comparve sulle pagine del giornale di Buenos Aires Primera plana prima di proseguire verso il giornale El Mundo il prossimo anno.
UMBERTO ECO « QUINO CREATO EROE DEL NOSTRO TEMPO »
L’inizio di Mafalda è quindi estremamente insolito. Dovrebbe essere utilizzata per promuovere un marchio di dispositivi domestici, eppure dopo tre anni è stato distribuito il libro principale che raccoglieva in sequenza le porzioni della giovane donna di Quino. In soli due giorni un corso di 5mila duplicati è andato esaurito. Nel 1973, tuttavia, Quino « abbandonò » Mafalda per il fatto che era « timido di pensieri », come da sua stessa affermazione. Si trasferisce a Milano, dove continua a scrivere pagine di tagliente humor. Nel 1977 vince il Golden Date all’Esposizione Internazionale dell’Umorismo di Bordighera, mentre nel 1978 la Palma d’Oro. Ha poi vissuto tra Buenos Aires, Madrid e Parigi. Comunque sia, nel 2004, in occasione della 40a commemorazione di Mafalda, Quino ha avviato una presentazione di viaggio a Milano, dal titolo « In viaggio con Mafalda », organizzata da Ivan Giovannucci, con 60 tavole con 77 strisce e 50 tavole umoristiche. Umberto Eco contrappose Mafalda a Charlie Brown e compose che quella signorina fosse « una leggenda di memoria recente », in quanto rispecchiava le propensioni « di una giovinezza irritata ». Così accettò che i suoi figli sarebbero diventati « numerosi Mafalde », motivo per cui « non sarà poi avventato trattare Mafalda con la considerazione che meriti una persona genuina ».QUINO E LA STORIA DELLA SOCIETÀ
Quino, infatti, ha il pregio di aver disegnato una giovane donna, Mafalda, carica di pensieri per lavorare sul mondo, con uno sguardo estremamente basico verso le torsioni della società. Il raggiungimento deve essere tempestivo. Allo stesso modo, quindi, la scelta di intromettersi nelle distribuzioni è stata sbalorditiva. Formalmente la spiegazione è quella che abbiamo rivelato, o almeno, che era timido di pensieri, eppure non è escluso che fosse collegato alla crescente preoccupazione per l’ambiente politico in Argentina, che andava verso il fascismo di Pinochet. In ogni caso la sua Mafalda rimase un simbolo indiscusso, infatti nel 1976 fu scelta dall’Unicef come rappresentante per la Convenzione Internazionale sulle libertà dei giovani, poi ancora, verso la fine degli anni Ottanta il capo cubano Juan Padrón ne ha tratto una serie energica. Nel
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